Per le famiglie è una buona notizia: dopo le fiammate di inizio gennaio, il prezzo del petrolio è di nuovo in calo. Nell’ultima settimana di contrattazioni, il ribasso è arrivato vicino al 10% (da 64 a 59 dollari al barile per il Wti e da 68 a 62 per il Brent). Si tratta del più ampio regresso settimanale registrato negli ultimi due anni. Se si guarda ai picchi di gennaio, allora la caduta è anche più ampia e arriva al 12%.
L’ondata di vendite sui mercati finanziari ha di sicuro penalizzato anche il barile. C’è però anche un’altra ragione per questo ribasso ed è legata alla domanda e all’offerta dell’oro nero sul mercato. Un trend che, secondo gli esperti, potrebbe spingere i prezzi ancora a lungo verso il basso.
Ad aiutare il portamonete delle famiglie sono i nuovi produttori di petrolio in Usa (scisto oil). Di cosa si tratta? Semplificando, è una nuova tecnica che estrae il greggio dalle rocce. Come evidenzia Pierre Melki, Equity Analyst Global Equity Research di Union Bancaire Privée (UBP), l’estrazione di barili dalle rocce è in forte crescita negli Stati Uniti. Qui ha raggiunto recentemente il suo record storico (10,25 milioni di barili al giorno). Per gli esperti dell’Iea, a questo ritmo, già entro fine anno l’America potrebbe diventare il maggior produttore di oro nero al mondo. Superando così sia l’Arabia Saudita, sia la Russia.
I grandi fiumi di nuovo petrolio che inonderanno i mercati terranno i prezzi schiacciati verso il basso. L’innovativa forma di estrazione dell’oro nero sta vivendo un ritorno boom negli Stati Uniti. Dopo aver battuto la ritirata quando il greggio era sotto i 50 dollari, le società Usa di estrazione di scisto sono di nuovo all’attacco. Come fa notare l’analista di UBP, negli Stati Uniti solo nel mese scorso hanno avviato quasi 30 nuove piattaforme petrolifere che così spinto il numero complessivo al livello più alto dall’aprile 2015. Questo suggerisce un potenziale forte aumento a medio termine dell’offerta di greggio proveniente principalmente dai produttori Usa di scisto.
Al distributore
I ribassi del greggio si sono visti anche al distributore qui in Italia con i maggiori marchi che hanno ridotto i listini. Dopo il taglio deciso sabato da Eni, questa mattina altri marchi hanno adeguato i prezzi al ribasso. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, oggi hanno messo mano ai listini Q8 ed Esso (-1 centesimo al litro su benzina e diesel), Italiana Petroli (ex TotalErg) e Tamoil (-0,8 centesimi al litro su benzina e diesel). Come sempre però, il taglio al distributore non è ampio quanto quello fatto registrare dalle quotazioni del barile in questi giorni.
Fonte: La Stampa
Una risposta
In italia non diminuisce un bel nulla! Sono i piu alti del Europa anzi i benzinai aumentano sempre esempio il diesel qui costa mediante al Lt 1.50 e alcune pompre 1.70 in Austria il giorno 12 febr.2018 i prezzi sono 1.13 al Litro !! E per no parlare in Spagna che scende sotto l’euro !