ROMA. Doveva partire domani, assieme al fidanzato. Un viaggio di piacere da Roma a Palermo, per andare a trovare la madre che compie gli anni. Purtroppo, però, ci si è messo di mezzo il Covid che ha colpito un suo collega e l’ha costretta all’isolamento forzato fino al 25 ottobre. Tutto nella normalità, di questi tempi. Tranne il fatto che di normale questi tempi non hanno proprio nulla. C.A., 35 anni, impiegata nelle Forze dell’Ordine, ha infatti chiesto a Ryanair, la compagnia con cui aveva prenotato il volo, il rimborso dei 150 euro pagati da lei e dal fidanzato per il biglietto di andata e ritorno dalla capitale al capoluogo siciliano. Niente da fare, però. “Il vettore low cost – spiegano dall’ufficio legale dell’Adico che sta seguendo la vicenda – si è rifiutato di restituire i soldi perché i biglietti in questione non sono rimborsabili. Qui però ci troviamo di fronte a una impossibilità sopravvenuta per cause assolutamente non addebitabili ai nostri soci. E’ chiaro che in una situazione così eccezionale la compagnia aerea dovrebbe essere molto più elastica e corrispondere quantomeno un voucher”.
La vicenda di C.A. potrebbe replicarsi ancora per molte altre persone. La donna era stata contattata dall’ospedale militare di Roma per fare un tampone visto che un suo collega era risultato positivo al Coronavirus. così, in attesa dell’esito, è stata costretta alla quarantena (che è di dieci giorni).
“Abbiamo inviato una diffida a Ryanair – sottolinea il presidente dell’Adico, Carlo Garofolini -. Riteniamo ingiusto che non si riconosca il rimborso o il voucher, qui la mancata partenza è attribuibile a una situazione eccezionale e drammatica. Ci auguriamo che l’atteggiamento da parte delle compagnie aeree sia molto più attento alle esigenze dei propri clienti senza i quali, lo ricordiamo, il loro destino sarebbe quello di fallire”.