Il nuovo anno porta con sé un’ulteriore “stangata” per circa 6 mila e 500 famiglie veneziane, quelle che si affidano a una assistente domiciliare (leggi, badante) “regolare” per assistere un proprio caro non autosufficiente. Il nuovo contratto, infatti, recepisce l’adeguamento all’inflazione che richiederà, solo per questo, un maggiore spesa di circa 100 euro al mese (1.200 euro all’anno) che diventano 165 euro considerando contributi, ferie, ratei della tredicesima e quant’altro.
In provincia di Venezia si contano circa 36 mila anziani non autosufficienti, il 16% della popolazione over 65. Fra di loro, il 78% ha più di 80 anni. Questi soggetti fragili possono essere ospitati in casa di riposo, seguiti dalla propria famiglia oppure, appunto, da una badante. Le assistenti familiari in provincia sono circa 16 mila ma, seguendo la ricerca dell’Università Bocconi (2019) e altre fonti più recenti, solo 6 mila e 500 (circa il 40%) hanno un contratto del tutto regolare. E sono loro che riceveranno un aumento mensile compreso fra gli 85 e i 100 euro mensili, a seconda dell’inquadramento.
Nel Veneziano vivono circa 76mila ultra80enni, età dopo la quale gli acciacchi e le malattie croniche si fanno spesso invalidanti. Ricordiamo che il 7% degli anziani di età compresa fra i 65 e i 74 anni e il 20% degli over 75 soffrono già di gravi cronicità che determinano limitazioni anche importanti nelle attività quotidiane.
“L’adeguamento arriva in un momento delicatissimo per le famiglie, come denunciamo ogni giorno – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Non entriamo nel merito della questione contrattuale, che non ci compete. Rileviamo solo come i rincari stiano mettendo in ginocchio le tantissime famiglie che devono assistere un proprio “caro” non autosufficiente. Nelle settimane scorse abbiamo assistito all’aumento delle rette delle case di riposo, causate dall’aumento dei costi delle bollette. Ora lo stipendio delle badanti costa cento euro in più di prima al mese. Siamo davvero preoccupati perché molte famiglie saranno costrette ad assumere l’assistente familiare in nero oppure a mollare il lavoro, o a utilizzare il part time, per seguire le persone non autosufficiente. C’è poco da fare ma qui devono intervenire la politica e lo Stato. Non si tratta più di assistenzialismo ma di diritto alla sopravvivenza”.
