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“Pendolari trattati come straccioni”. L’Adico boccia il ticket d’ingresso per la gestione dei flussi turistici nella città storica

VENEZIA. Venezia come Disneyland. Si prenota, si paga, si entra. E’ questa la ricetta anti-assembramenti dell’amministrazione comunale che, pur avendo avuto molto tempo a disposizione per studiare soluzioni adeguate (a causa della pandemia), ha di fatto confermato il ticket d’ingresso, fino a 10 euro a persona, per il 2023 con relativa prenotazione. Adico – di fronte a una proposta “rivoluzionaria” presentata in pompa magna due giorni fa, si mette ancora una volta di traverso, bocciando l’idea di una Venezia privata, appannaggio solo dei turisti di qualità, ovvero quelli che alloggiano negli hotel, meglio se di lusso.

“Siamo forse gli unici a dire che questa soluzione è assolutamente sbagliata – attacca Carlo Garofolini, presidente dell’associazione -. Si continua a vedere il turista come un “ospite” quasi sgradito da spremere come un limone appena entra in città a meno che non sosti per giorni in qualche albergo del centro storico. Se si tratta di pendolari, poi, non ne parliamo. Ormai da noi sono considerati come degli straccioni, meglio che vadano a visitare altre città perché non sono degni di venire a Venezia. Lo ricordiamo: il turista è una risorsa per la città, va incentivato non penalizzato”.

Per Garofolini l’idea di avvantaggiare con sconti nei musei o nei (carissimi) mezzi pubblici chi prenota prima di arrivare in città – come previsto a livello sperimentale a partire dall’estate-, “può essere anche un’idea condivisibile a meno che non diventi una specie di selezione alla porta. Magari potrebbe essere spiegata meglio, perché ci sono molte cose poco chiare ma tant’è. La tassa d’accesso che dovrebbe partire dal 2023, invece, “è inaccettabile”.

“Quando i turisti non c’erano a causa del Covid, l’amministrazione e le categorie economiche avevano le lacrime agli occhi per la disperazione – prosegue Garofolini – ora tutti plaudono alla proposta “unica e straordinaria” del Comune per contenere i flussi. Noi, come già detto in occasione della farsa-tornelli, riteniamo che queste siano solo le idee di chi non ha idee, di chi, insomma, non riesce a gestire i flussi turistici se non con il numero chiuso e il pagamento all’ingresso. E i percorsi alternativi? E le politiche sulla residenzialità? E la promozione mirata, per esempio incentivando gli arrivi nei periodi meno appetibili, come per esempio novembre? Purtroppo il nostro timore è sempre lo stesso. Con la scusa di gestire il turismo, si vuole fare cassa. Come se non bastassero i costi esorbitanti dei mezzi di trasporto su acqua, la tassa di soggiorno, i prezzi per “turista” di qualche esercente furbetto. Venezia ha una grande fortuna: è la città più bella del mondo. Peccato che le amministrazioni che la guidano, non solo quella attuale, non siano in grado di governarla. . Pensiamo a una famiglia di quattro persone che abita per esempio in provincia di Treviso e decide di farsi una gita a Venezia. Solo fra tasse d’accesso e biglietti del vaporetto, andata e ritorno, può arrivare a spendere cento euro. Ma siamo folli? A questo punto, è meglio andare a Rimini e vedere Venezia in miniatura. Di sicuro si spende di meno”.

13 risposte

  1. Pienamente d’accordo su tutto. Si lamentano sempre. Quando la città è vuota e non lavora nessuno , quando ci sono troppi turisti danno fastidio. Qualcuno intervistato ha risposto che per Venezia ci vuole un turismo d’élite. Io ‘pendolare’ tra visite a musei e altro ci lascio 100€, ma mi va bene così. Devono risolvere il problema in altri modi.

    1. Grazie signor Maurizio per il supporto. Rido quando sento parlare del turismo d’elite…Ma Venezia è proprietà privata? 🙂 e quando sento alcune categorie che si lamentano ma poi fanno di tutto per “fregare” il turista senza offrire servizi di qualità. Mi fa molto piacere il suo intervento perché significa che non siamo soli in questa battaglia. Grazia ancora e buona serata.
      Gianluca Codognato
      uff. stampa Adico

      1. Sono pienamente d’accordo, finalmente qualcuno che parla e scrive a nostra difesa come turisti, Venezia è unica al mondo ma è una città che appartiene a tutti come tutte le altre città da visitare liberi in allegria e splendore, devono aumentare i vaporetti le corse , comunque grazie per il Vs supporto

        1. “Venezia è unica al mondo ma è una città che appartiene a tutti”…la ringrazio Francesca perché ha riassunto in due parole il concetto articolato contenuto nel nostro articolo. Se cominciamo a far pagare anche gli ingressi alle città, dove andremo a finire?
          Distinti saluti
          Gianluca Codognato
          uff. stampa Adico

    2. Il vero problema è la logica su cui basa la sua economia Venezia ..il turismo va creato con la logica di servizi utili sia per fare profit ma anche per portare nuove realtà ..ingegno ..negozi ed attività alternative..non si può continuare ad avere 4000 negozi di maschere ed oggettistica uguali e di scarsa qualità ..o negozi ad 1 euro ..ci vuole diversificazione …artigianato locale di tutte le tipologie allora così porti interesse ..investimenti e turismo di qualità..di conseguenza anche la gestione dei flussi nei periodi festivi sale di qualità altro che ticket per ingresso ..

      1. Grazie signor Patrick.. un’analisi molto utile che speriamo diventi anche spunto per questa amministrazione o che serva per stimolare nuovi dibattiti in modo che l’argomento ticket-prenotazione non si chiuda così, senza ulteriori discussioni.
        Gianluca Codognato
        uff. stampa Adico

  2. Evidentemente è un mestrino che non viene a Venezia. Pur non essendo completamente d’accordo sulle soluzioni prospettate, io vivendo a Venezia e costretto a viaggiare non solo sempre in piedi, ma con difficoltà ad entrare ed uscire dai vaporini (ed in periodo di Covid sempre a strettissimo contatto con altre persone), NON POSSO CHE AUSPICARE UNA RIDUZIONE DEI TURISTI.
    Non sono certo per l’elite, ma nemmeno per persone che mi limitano la salita sui ponti perchè sedute a mangiare il panino (e pago io le tasse sulle immondizie).

    1. SAlve signor Alberto, come detto a chi ci ha scritto sopra il tema merita un ampio dibattito e non concede verità assolute,. Staremo a vedere. Siamo d’accordo sulla gestione dei flussi, non siamo d’accordo sulla soluzione trovata. Far pagare l’ingresso in una città è secondo noi una ricetta mortificante. Ma tant’è, staremo a vedere come andrà.
      Un saluto
      Gianluca Codognato
      uff. stampa Adico

  3. gentile ADICO, buongiorno.
    Non voglio assolutamente difendere questa giunta (sono anche in totale disaccordo con le posizioni politiche e atteggiamenti personalistici di questo sindaco) ma chi non è residente a Venezia dovrebbe (solo come esperimento si faccia invitare una settimana da un amico) lo faccia e constati.
    Io da ‘campagnolo’ sono venuto (solo per una circostanza fortuita) sono venuto a vivere a Venezia e non serve che vi dia il mio 730. Sono un pensionato di 78 anni con una pensione appena al limite.
    Ma (come in questi giorni del 25 aprile-primo maggio) occorre fare i salti mortali per salire su un vaporetto, i vecchi non ce la fanno, i residenti che devono andare a lavorare in terraferma si arrabbiano, chi vuole andare a fare la spesa a Rialto deve farlo prima delle otto perchè il turisti vengono a visitarlo come un museo!
    E’ vero quello che lei dice sulla famigliola che viene da Treviso, aggiunga la pipì di figli e anche dei genitori e il costo diventa un lusso.
    Ma chi viene a Venezia non vuole andare a vedere la Giudecca, le calli di Castello o alcune periferie (io, peraltro, ci porto qualche amico magari di sera), ma vuole San Marco, le nuove procuratie rinnovate, entrare (se ce la fa o ha ancora qualche soldo in tasca) a San Marco.
    Mangiare in ristorante è azzardato, sia per il prezzo che per consolidate (purtroppo) probabili fregature.
    Un’ultima cosa, signori della redazione ADICO: venite a vedere Venezia la mattina del lunedì o dopo una giornata festiva con i gabbiani che hanno sventrato e mangiato i sacchetti delle immondizie. Con pantegane che scorazzano. E tutto ciò lo paghiamo noi residenti nella bolletta dei rifiuti domestici. Cifre, all’anno, stratosferiche.
    Fatevi latori presso i politici che governano e soprattutto dell’opposizione delle vostre timide proposte. Grazie.

    1. Salve singor Gianni, grazie per l’intervento il tema richiede un ampio dibattito ed è giusto che ognuno dica come la pensa. Noi riteniamo che la soluzione adottata sia quella più semplicistica e figlia, secondo noi, di una totale mancanza di idee su questo fronte. L’anno con zero turisti non è servito a nulla invece era utile per individuare altre soluzioni. Brugnaro dice: “siamo i primi al mondo ad adottare questa soluzione”….beh, un motivo ci sarà se finora nessuno lo ha fatto!!! Siamo convinti che i flussi turistici – che si concentrano in modo troppo massiccio in alcune zone della città e in alcuni specifici periodi dell’anno – si possano controllare con soluzioni diverse dalle prenotazioni e dai ticket. Venezia museo? Eccola. Comunque il dibattito è aperto, sembra che tutti siano d’accordo con ticket e prenotazione…noi no ma satremo a guardare pronti magari a dire: avevamo sbagliato. Un saluto. Gianluca Codognato – uff. stampa Adico

  4. Far pagare l’ingresso in città può essere mortificante, ma d’altra parte vivendo ora solo di turismo non possiamo che considerarci un museo a cielo aperto, i cui costi però ricadono sui sempre più pochi veneziani. Va bene esser contrari, ma qual’è allora la Vs. proposta ?

    1. Salve signor Alberto, fermo restando che non dobbiamo essere a noi a trovare le strategie per regolare i flussi, in questo articolo troverà qualche nostro suggerimento. Diciamo che il ticket all’ingresso è una soluzione “disperata”, che non può essere certo figlia di analisi e studi ma solo di una palese improvvisazione. Mi scuso per aver risposto con un mese di ritardo, non era assolutamente voluto ma abbiamo avuto alcuni problemi con il sito e vedo solo ora il suo (ma anche altri…) intervento.
      Le auguro una buona serata
      Gianluca Codognato
      uff. stampa Adico

  5. Il Sig. Gianni che per ragioni fortuite si è trovato a vivere a Venezia forse non sa che questa Venezia negli anni 60/70 contava 150.000 abitanti e che nessuno si lamentava dei turisti che anche allora intasavano i vaporini e le calli di Venezia. Ma Venezia allora era una citta VIVA adesso purtroppo i Veneziani sono solo comparse che girano per la città per dare al turista la sensazione di essere su una città vera e non su un artefatto come Venezia in miniatura o come più a misura d’uomo Venezialad. Il tempo non ha insegnato niente si è sempre in emergenza. Comunque come dicono Giorgio e Carlo dopo il ponte tutta campagna.

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