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PENSIONI, INTESA GOVERNO SINDACATI. INTERVENTI PER 6 MILIARDI IN TRE ANNI

Fonte: La Stampa

Sei miliardi in tre anni a favore di pensionati e pensionandi. E’ questo il primo punto fermo, frutto di una mediazione maturata quasi all’ultimo minuto, fissato ieri da governo e sindacati che hanno siglato un primo verbale d’intesa sulla previdenza. «Naturalmente questo tipo di previsione – ha spiegato il ministro Poletti – fa i conti con il quadro generale delle risorse disponibili e poiché prevediamo interventi di tipo strutturale, che sviluppano i loro effetti nell’arco del tempo, abbiamo una distribuzione che parte da un livello più basso e cresce man mano che si utilizzano gli strumenti».

In realtà si era capito da giorni che rispetto ad una prima ipotesi di 2 miliardi di spesa per il primo anno, già giudicata a suo tempio insufficiente dai sindacati, il governo per il 2017 non avrebbe potuto mettere sul piatto più di 1 miliardo e mezzo. Che sommato a tante altre criticità emerse nel corso della trattativa (la Cgil è «contraria all’Ape in ogni sua forma») avrebbe rischiato di compromettere il buon esito del confronto. Trattative frenetiche martedì sino a notte tarda, nuovi contatti ieri mattina, grande lavoro di mediazione soprattutto da parte del sottosegretario alla presidenza Tommaso Nannicini e del segretario della Cisl Anna Maria Furlan sino all’annuncio del ministro del Lavoro che ha reso più facile l’intesa. «Abbiamo fatto un lavoro importante» sintetizza Poletti.

I problemi, e non sono pochi, restano, ma intanto si procede. Per cui anche il segretario della Cgil Susanna Camusso alla fine del vertice di ieri ha controfirmato le 5 cartelle del testo illustrato da Nannicini per blindare «nel tempo i punti su cui si è convenuto». «Ci sono cose che abbiamo condiviso ed altre che non condividiamo – ha spiegato. E per questo la nostra piattaforma continua a vivere». «Anche sei miliardi per me sono insufficienti – spiega Carmelo Barbagallo (Uil) – ma intanto portiamo a casa il fatto che dopo tanti anni e dopo tanti governi finalmente sulle pensioni si torna a mettere dei soldi». Alla Furlan sta a cuore anche l’obiettivo politico raggiunto ieri, ovvero che «è possibile cambiare la legge Fornero e che possibile immaginare interventi che interessano pensionati, pensionandi e giovani. Difficile immaginare un anno fa un accordo del genere col governo».

Dal verbale di ieri escono confermate l’aumento e l’estensione della quattordicesima e della «no tax area», il cumulo gratuito dei periodi contributivi, vengono definiti con precisione i lavoratori precoci e tolti molti paletti agli usuranti. I lavoro sull’Ape, il prestito che funge da sostegno per l’uscita anticipa dal mercato del lavoro, invece richiederà altri approfondimenti nei prossimi giorni. Nel 2017 invece si aprirà una «fase 2», altro importante risultato dai sindacati che in questo modo impegnano il governo ad affrontare il problema dei giovani e delle loro carriere discontinue e la perequazione dei trattamenti pensionistici bloccati da tempo e che il governo ora si impegna «a ridefinire».

 

Una risposta

  1. E’ una tremenda bufala per i precoci come me che lavorano dai 15 anni e devono continuare fino si 43 annie 10 mesi
    Una disuguaglianza ineccepibile

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