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Ricariche telefoniche decurtate, Agcom contro Tim, Wind e Vodafone. Garofolini: “recepite le nostre proteste”

“Ancora una volta abbiamo la conferma che quando i rappresentanti dei consumatori, come noi, si muovono in modo deciso, i risultati nel settore delle telecomunicazioni arrivano. Era successo con le fatture a 28 giorni, ora con la ricarica decurtata. L’Agcom ha ascoltato le nostre contestazioni”. Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, plaude all’iniziativa avviata dall’Autorità per le comunicazioni cha ha diffidato Tim, Wind e Vodafone dal proseguire nella nuova, furbesca “soluzione” adottata in questo periodo e in grado di aggirare perfino il decreto Bersani. In pratica, come ci hanno segnalato in queste settimane moltissimi utenti, negli ultimi tempi le compagnie telefoniche vendevano le ricariche nelle tabaccherie e negli altri negozi autorizzati lasciando un euro in meno di traffico e sostituendolo con offerte non richieste dal cliente. Un esempio: compri una ricarica da 10 euro, te ne vengono inseriti nove e un euro si trasforma in giga gratuiti.  “E’ l’ennesimo espediente per fare soldi – conclude Garofolini – esattamente come successo con le fatture a 28 giorni. Fortunatamente grazie alle proteste degli utenti e alle nostre denunce la situazione ora si è sistemata”.   

Con una delibera pubblicata qualche giorno fa, Agcom ha detto che togliere un euro dalla ricarica, in questo modo, è illecito. “Nel corso dell’istruttoria, è stato accertato che le ricariche standard da 5 e 10 euro non sono più disponibili presso i rivenditori autorizzati (tabaccherie, bar, edicole, ecc.) – si legge nella documentazione dell’Authority – da ciò consegue che l’utente che si rivolge a tali canali di vendita per richiedere uno di tali tagli di ricarica (quelli, vale la pena rimarcare, più richiesti dalle categorie di utenti con minore capacità di spesa) è costretto a ricorrere  alla ricarica menomata (Giga Ricarica per Vodafone, Ricarica+ di Tim o Ricarica Special di Wind 3) o a scegliere tagli di ricarica di importi superiori”.

La bacchettata di Agcom metterà fine a questa pratica scorretta.

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