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RICEVE DAI VIGILI DI ROMA 1.200 EURO DI MULTE PER INFRAZIONI STRADALI COMMESSE NEL 2012. MA LUI NON E’ MAI ANDATO NELLA CAPITALE E HA ACQUISTATO L’AUTO INCRIMINATA NEL 2015. INTERVIENE ADICO

Quando ha ricevuto la lettera con cui Equitalia gli chiedeva 1.200 euro per alcune multe stradali, non poteva credere ai propri occhi. Ma la vera sorpresa per Andrea Scarpa, titolare assieme alla famiglia dello storico Scarpa-Sementi di piazza Barche, s’è concretizzata alla vista del luogo e della data delle infrazioni: Roma, anno 2012. “Ma com’è possibile?”, s’è chiesto incredulo il commerciante mestrino, il quale, al di là di non essere mai andato a Roma in vita sua, ha acquistato la macchina incriminata nel 2015, tre anni dopo, dunque, le relative contestazioni. Misteri d’Italia, o, meglio, all’ italiana, quindi di non facile risoluzione. Andrea Scarpa in realtà, ha provato a sistemare subito la cosa, che è talmente assurda da sembrare uno scherzo. Quindi s’è assentato dal lavoro, è andato nella sede di Equitalia, in via Torino, con la notifica delle multe e la data dell’acquisto della vettura, una Fiat Panda, e dopo un paio d’ore d’attesa non ha risolto nulla. “Ora mi sono rivolto all’ Adico – racconta il negoziante – anche perché ho sentito gli uffici di Roma i quali mi hanno detto di scrivere un fax spiegando la situazione. Ma io preferisco che il resoconto lo faccia una persona esperta, anche per evitare problemi ulteriori”. In effetti da adesso comincia una corsa contro il tempo, perché ci sono 30 giorni per pagare, dalla data della notifica, dopo i quali scatta il fermo amministrativo, con ulteriori interessi di mora e multe salatissime, fino a 3 mila euro, nel caso in cui si circolasse nel periodo del fermo. “A me sembra una storia incredibile – commenta Scarpa – Non capisco intanto come sia possibile che ci abbiano appioppato questa sanzioni, non ne comprendo i meccanismi. Ma ancora più scandaloso è che un cittadino debba perdere tempo e soldi per sistemare una situazione della quale non ha alcuna responsabilità. Alla fine io mi rivolgerò a un avvocato: il Comune di Roma mi restituirà i costi che dovrò sostenere?”. Ora Adico, tramite il proprio ufficio legale, ha scritto all’amministrazione capitolino e nello specifico alla Polizia Municipale per mettere definitivamente la parola “fine” a una vicenda dai tratti kafkiani.

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