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SORPRESE BCE, ABBASSA TUTTI I TASSI. IL QE SALE A 80 MILIARDI

La Banca centrale europea sorprende gli osservatori e taglia tutti i tassi di riferimento del costo del denaro, mentre il programma d’acquisto di titoli di Stato lanciato un anno fa sale di 20 miliardi al mese, raggiungendo quota 80 miliardi. La Bce, inoltre, potrà acquistare anche i bond emessi dalle aziende più solide, non solo titoli di Stato. Notizie che fanno schizzare le Borse al rialzo, mentre l’euro si deprezza contro il dollaro. A spingere gli acquisti sono anche i dettagli sulle nuove operazioni di finanziamento agevolato (le cosiddette aste Tltro): saranno quattro aste, a partire dal prossimo giugno, con scadenze più lunghe delle precedenti (da tre a quattro anni) e soprattutto con tassi in negativo. Di fatto le banche – scottate per i tassi negativi sui propri depositi presso la Bce che erodono la loro profittabilità – sono riuscite a spuntare una condizione molto favorevole: prenderanno denaro a prestito e saranno anche loro remunerate per farlo. Insomma, Mario Draghi torna a indossare i panni di Superman, per la gioia dei listini drogati da questa stagione ultra-accomodante che non sembra avere fine.

Le parole del governatore. Draghi ha spiegato come le nuove mosse sono pensate per “agevolare ancora le condizioni di accesso al credito” e riportare l’Eurozona vicino all’obiettivo di inflazione al 2% (a febbraio, ultima rilevazione Eurostat, i prezzi erano negativi). “Vogliamo sfruttare le sinergie tra diversi strumenti”, ha spiegato sottolineando quanto la crescita dell’Eurozona sia inferiore alle aspettative di inizio anno e quanto gli emergenti e la volatilità dei mercati pesino sulla ripresa.

Le mosse sui tassi. Il direttorio dell’Eurotower, dunque, non ha agito solo sul tasso sui depositi, la tassa implicita caricata sulla liquidità che le banche parcheggiano verso la Bce, ma anche su quello delle operazioni di rifinanziamento principale, ovvero il tasso applicato alla maggioranza delle operazioni con le quali la Banca centrale offre liquidità al mercato. Il primo, come da attese, passa da -0,3 a -0,4%, mentre il secondo scende di cinque punti base allo zero tondo. Per di più anche il tasso di rifinanziamento marginale, che governa i prestiti straordinari a brevissimo termine che le banche chiedono alla Bce, è stato tagliato allo 0,25% dallo 0,30%, pur non essendo nelle attese. Draghi ha sottolineato che i livelli saranno questi “o più bassi a lungo”.

Il nuovo Qe. L’attesa variazione del piano d’acquisto di titoli di Stato è arrivata, non solo in quantità ma anche in qualità. Anche su questo fronte, la Bce ha stupito: gli analisti si aspettavano in media una crescita degli acquisti a 70 miliardi al mese, invece il ritmo è stato portato a 80 miliardi. Draghi ha spiegato che l’orizzonte temporale del Qe è il marzo 2017, ma si potrà andare oltre “se la Bce lo riterrà necessario”. Se fino ad ora il Quantitative easing ha riguardato in primis titoli di Stato e pochi altri bond emessi da agenzie europee o entità nazionali di rango istituzionale (come la Cdp), il programma verrà esteso ai titoli emessi dalle aziende (non finanziarie) che abbiano un giudizio elevato da parte delle agenzie di rating. Inoltre, ha spiegato il governatore, sale “al 50% dal 33% il limite acquistabile di ciascuna singola emissione di bond attraverso ilQuantitative easing“, dopo che a settembre era stato portato dal 25 al 33%.

Quattro Tltro II. Il Direttorio ha anche dato il via libera a quattro “targeted longer-term refinancing operations”, aste di liquidità con le quali le banche possono prendere denaro a prestito a condizioni estremamente favorevoli, a patto che lo impieghino non per acquistare titoli di Stato o fare altri investimenti, ma per sostenere il credito. Rispetto alle operazioni del passato, la durata di questi prestiti che verranno lanciati dal prossimo giugno sale da 3 a 4 anni (quindi le banche avranno più tempo per restituirli e per sfruttarli). Ma, soprattutto, avverranno ad un tasso negativo che potrà arrivare fino al nuovo tasso sui depositi, quindi fino a -0,40%.

Le stime della Bce. Tutte queste decisioni sono state prese alla luce di un aggiornamento delle stime macroeconomiche dello staff della Bce. Non a caso, Draghi ha parlato di un pacchetto contro “incertezze maggiori”. La stima di crescita del Pil è ora di un +1,4% per quest’anno, poi +1,7% e +1,8%. “La previsione è stata rivista al ribasso per riflettere la debolezza dell’economia globale”, ha spiegato il governatore (quella precedente, per il 2016, era di un +1,6%). L’inflazione è vista a livelli bassi, se non negativi, nei prossimi mesi, per poi risalire nella seconda parte dell’anno.

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