In Italia il 26% dei giovani tra i 15 e i 29 anni, ossia 2,4 milioni, sono `neet´ ossia non sono più inseriti in un percorso scolastico/formativo ma neppure in un’attività lavorativa: una percentuale che aumenta tra le donne (27,7%) rispetto agli uomini (24,4%). Nel Rapporto «Noi Italia», l’Istat spiega che nel 2013 si è avuto l’incremento più sostenuto degli ultimi anni della percentuale di Neet. Una quota che è nettamente superiore alla media della Ue, ma dal grafico risulta che superiamo anche la Bulgaria (con una quota del 25,7%) mentre l’incidenza è maggiore solo in Grecia (28,9%). Nella media dei paesi Ue, inoltre, circa la metà dei `neet´ è in cerca di un’occupazione, con picchi di oltre il 70% in Grecia, Spagna e Portogallo. Nel nostro paese negli anni più recenti ci sono stati meno disoccupati e più inattivi. Tuttavia la quota di disoccupati tra i giovani `neet´, cresciuta in misura significativa nel 2012, aumenta ulteriormente nel 2013 al 42,2%. Tra le Regioni, è la Sicilia con la quota più alta di `Neet´, seguita da Campania, Calabria e Puglia. (Fonte: Corriere della Sera).
Una risposta
Di certo “peggio della Grecia”. Non credo che in quel bellissimo paese,un poliambulatorio medico,abbia il coraggio di licenziare una impiegata,dopo 14 anni di impeccabile servizio,” con il benestare di leggi e sindacati,solo per essere divenuta”MAMMA”a quaranta anni e non potersi avvalere dei Privilegi che da sempre hanno i pubblici dipendenti.Vergogna.