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VENDE UN TERRENO A 20 MILA EURO MA PER L’AGENZIA DELLE ENTRATE IL PREZZO E’ TROPPO BASSO. ARTIGIANO MESTRINO SANZIONATO DAL FISCO. GAROFOLINI: “CON QUESTI COMPORTAMENTI SI METTE IN GINOCCHIO IL MERCATO IMMOBILIARE”

Quanto può valere un terreno di 1.200 metri quadrati, adibito a pascolo, sovrastato da una collinetta franosa e situato nel paese di Sellia Marina, paesino catanzarese di 7 mila e 500 anime? Carmine Capace, artigiano di origine calabrese ma residente a Mestre praticamente da sempre, è riuscito a venderlo per 20 mila euro al proprietario del terreno confinante. Ma non è stato facile, perché l’acquirente ne aveva offerti appena 10 mila, di euro, e si è arrivati al doppio della cifra solo dopo una lunga e difficile trattativa. Ora, però, c’è una novità. L’artigiano mestrino, infatti, deve vedersela con chi ritiene che invece quel terreno valga molto di più e precisamente 72 mila euro: l’Agenzia delle Entrate di Catanzaro. La quale, due settimane fa, senza troppi fronzoli, ha sanzionato Capace con una multa di 10 mila euro (ridotta per gentile concessione a 6 mila euro) ritenendo appunto esiguo il prezzo di vendita e sospettando dunque l’esistenza di una parte di pagamento “sommerso”. “E’ da molto tempo che vedo i servizi in tv nei quali vengono denunciate proprio queste situazioni – racconta l’artigiano mestrino di origine calabrese – Ma di certo non avrei mai pensato che sarebbe capitato anche a me”. Carmine Capace, insomma, è incappato in quel tipo di accertamento che, con lo scopo di combattere l’evasione, sta creando malumori e proteste nell’intero mercato immobiliare. In pratica, come racconta l’uomo che s’è rivolto all’ufficio legale dell’Adico per ottenere l’annullamento della sanzione, “l’Agenzia ha controllato il valore dei terreni adiacenti a Sellia Marina ma collocati lungo la statale 106, in una zona industriale ricca di capannoni, e ha deciso che anche il mio terreno abbia quel valore. Il terreno di proprietà della mia famiglia, che è destinato a pascolo, si trova invece in paese ed è sovrastato da una collina franante. Infatti abbiamo fatto molta fatica a venderlo per 20 mila euro”. Ora, come spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, “bisogna entrare nel merito e smontare l’apparato su cui si fonda l’accertamento fiscale, ossia quello della determinazione del prezzo considerato normale da parte dell’agenzia delle entrate. Di fronte a questa vicenda, che come dimostrano soprattutto i servizi di Striscia è tutt’altro che isolata, rimaniamo basiti per un motivo preciso. La lotta all’evasione non può ledere le regole del libero mercato e non si possono comminare sanzioni basandosi solo su propri calcoli che non tengono conto delle situazioni soggettive. Alla fine, se la sanzione verrà confermata, il nostro socio per la vendita del terreno non prenderà praticamente un euro, considerando che, oltre ai 6 mila euro di multa, ha affrontato altre spese che spettano al proprietario, come due certificati da 1.500 euro l’uno. Con questo comportamento si mette ancora più in ginocchio il comparto immobiliare”.

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