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NUOVO ANNO AMARO, IL FRECCIAROSSA AUMENTA DEL 2,7%

Dalle autostrade alle Ferrovie dello Stato. I consumatori italiani rischiano di non fare in tempo a festeggiare la sospirata riduzione della pressione fiscale che rischiano di vedere i potenziali risparmi bruciati dalla pioggia di aumenti in arrivo. Prima sono arrivati gliaumenti delle autostrade, adessi quelli relativi ai prezzi base dei biglietti dei treni delle Ferrovie dello Stato Italiane (Frecciarossa, Frecciargento, Frecciabianca) con un incremento medio del 2,7% che – sottolinea l’azienda – riguarda solo la tariffa più alta e non i prezzi ‘economy’ e ‘supereconomy’. Sulla tratta Roma-Milano i prezzi salgono del 3,5%.
“Il 2016 si apre con una vera e propria stangata” sui trasporti che costeranno alle famiglie “oltre 1,4 miliardi di euro in più” denunciano le Associazioni dei Consumatori,  che ricordano anche gli aumenti per gli aerei con l’addizionale comunale che cresce di 2,5 euro, portando “l’odioso balzello a 9 euro a passeggero, 10 se si parte da Ciampino o Fiumicino”.
Secondo quanto riferisce Trenitalia all’Agi, “si tratta solo di ritocchi. E’ il primo adeguamento dei prezzi dal 2011 quando furono ritoccati della seconda classe con l’introduzione dei quattro livelli di servizio sui Frecciarossa”. Nel frattempo, però, l’inflazione, è rimasta praticamente ferma.
L’azienda, però, spiega che i ritocchi che riguardano solo i prezzi base (non economy e supereconomy) e soltanto i treni a mercato (quelli non contribuiti né da Stato né da Regioni, e che devono quindi trovare il loro sostegno economico solo dalla vendita dei biglietti: Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca).
L’aumento medio è del 2,7%. E, pertanto, ci sono anche tratte dove i prezzi salgono meno della media come, ad esempio il Napoli – Roma che cresce di un euro, pari al 2,3%. I biglietti a prezzo base sono i più flessibili, ma anche quelli più cari nella gamma dei prezzi offerti. I loro ricavi costituiscono il 10% del totale. Infatti i passeggeri in prevalenza si rivolgono alle tariffe economy e supereconomy, meno flessibilli ma più convenienti, o utilizzano le varie promozioni.

fonte: repubblica.it

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