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Adico contro i furbetti della benzina inquinata. “Casi sempre più frequenti, per gli automobilisti salassi da migliaia di euro”

Venezia. Fare benzina, ripartire e, dopo qualche chilometro, ritrovarsi letteralmente a piedi, con il motore che prima “strappa”, come quando non c’è carburante, poi si ferma del tutto. E’ ciò che succede quando la verde o il gasolio sono sporchi o contaminati e la vettura non li “digerisce”, costringendo l’automobilista a una sgradita “gita” in carrozzeria che si trasforma spesso in un salasso economico da qualche migliaio di euro. Casi isolati? Vicende sporadiche? A quanto pare, no. Adico, infatti, nelle ultime settimane ha ricevuto cinque richieste d’assistenza (tre dal Veneziano e due dal Trevigiano) su questo fronte a dimostrazione che non stiamo parlando di eccezioni ma di situazioni che coinvolgono vari distributori più o meno consapevoli.

Come detto, i racconti delle vittime sono molto simili fra loro. Solitamente, l’automobilista si ferma al distributore, riempie il serbatoio di carburante e riparte. Dopo poco la macchina inizia a fare le bizze e poi si ferma. A questo punto, non resta altro che invocare l’intervento del carroattrezzi per trascinare il veicolo in carrozzeria. Qui, una volta smontato il motore, viene controllato il filtro e si riscontra la presenza di carburante inquinato. E’ quella la causa del guasto che può costare molto come dimostra, per esempio, la storia emblematica di R.S., 57enne dipendente pubblico trevigiano che sta combattendo la sua battaglia contro un distributore di Salgareda per il rimborso degli oltre 8 mila euro spesi per sistemare il motore rovinato da carburante inquinato. L’uomo, in realtà, è dal 2021 che prova in tutti i modi a ottenere il risarcimento, coinvolgendo il gestore della pompa e cercando di raccogliere più documentazione possibile per dimostrare le proprie ragioni. Finora, però, non si è giunti a nulla tanto che il 57enne trevigiano ha ora deciso di affidarsi all’ufficio legale dell’Adico che di recente ha ottenuto su questo fronte un’importante vittoria a favore di una ragazza di Silea (Treviso) vittima dello stesso “inganno”.

“Far valere le proprie ragioni può essere un’impresa – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – perchè i gestori difficilmente ammetteranno che il loro carburante è sporco e dimostrarlo è pressochè impossibile. Serve da una parte la buona volontà del benzinaio, dall’altra la caparbietà di chi chiede il rimborso e di chi lo assiste. Nel caso della ragazza di Silea, per esempio, ci sono voluti circa due anni per l’indennizzo ma alla fine, chi la dura, la vince. Abbiamo in questo momento cinque pratiche aperte di cui una avviata due giorni fa. Il timore è che l’usanza di contaminare il carburante per “allungarlo” stia diventando una consuetudine. D’altra parte, a quanto pare, il rifornimento sporco fa danni soprattutto alle auto più nuove e potenti mentre altre ne escono indenni. E questo potrebbe significare che le vittime siano un numero nettamente inferiore rispetto a chi riempie il serbatoio di carburante contaminato. Crediamo che sarebbe necessario anche un monitoraggio da parte delle Forze dell’ordine per scoraggiare in modo definitivo i furbetti della benzina “annacquata””.           

2 risposte

  1. Buona sera ho appena letto l’articolo sui benzinai furbetti che inquinano il carburante , posso sapere se ci sono benzinai a Mestre e dintorni che adottano questo stratagemma ?

    1. Salve signor Sergio, le confermo che abbiamo due soci che si sono rivolti a noi per problemi con distributori mestrini. Preferisco non dire per ora i nomi, dobbiamo prima esserne certi. Le dico solo che riguarda distributori della zona che insiste attorno ai centri commerciali mestrini. Ovviamente se e quando avremo certezze in merito non mancheremo di fornire anche i nomi.
      Grazie per averci scritto e la terremo aggiornata.
      Un saluto.
      Gianluca Codognato
      uff. stampa Adico

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