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Coronavirus: la spesa diventa più cara. Adico lancia la campagna stop-speculazioni

MESTRE. Le carote con un rincaro di oltre il 50%, a volte addirittura raddoppiate, le zucchine a +30%, saponi e detersivi per la disinfezione e la pulizia alle stelle. Non passano inosservati gli aumenti dei prezzi in alcuni negozi di alimentari e supermercati della provincia e si moltiplicano, nelle ultime settimane, le segnalazioni di anomalie alle segreterie delle associazioni dei consumatori. Aumenti arrivati anche alle orecchie delle categorie che rappresentano allevatori e agricoltori veneziani, le quali assicurano che non è dalla base che partono i rincari, ma che eventuali aumenti riguardano altri passaggi della filiera.

I rincari

L’Adico, per esempio, riceve frequenti segnalazioni, dagli aumenti di oltre il 30% sulle zucchine e altra frutta e verdura, fino al 100% in un caso in cui le carote sarebbero passato dai 40 centesimi al chilo agli 80 tra inizio marzo e oggi. «Rileviamo aumenti diffusi anche su prodotti non freschi come pasta, farina, zucchero – spiega il presidente Carlo Garofolini -, ma anche su saponi e detergenti e su prodotti a lunga scadenza di cui i clienti fanno scorta». Una situazione che riguarda solo alcuni supermercati, mentre sono ancora tanti a proporre prodotti convenienti o i prezzi di febbraio, ma, con le limitazioni del decreto, non si può più scegliere dove andare. «Stiamo lanciando la campagna antispeculazione – aggiunge Garofolini -. Raccogliamo le segnalazioni, se possibile anche con documentazione fotografica, all’indirizzo info@associazionedifesaconsumatori.it e, se ci saranno punti vendita particolarmente truffaldini, presenteremo un esposto».

Speculazioni?

Che origine hanno questi aumenti? In alcuni casi sarebbero in realtà giustificati dall’aumento della domanda e dall’esaurimento delle scorte. Da Coldiretti Venezia fanno l’esempio delle uova, che registrano un aumento del consumo del 40%, forse per la tendenza a dilettarsi nei dolci fatti in casa (confermata dalla scomparsa del lievito dagli scaffali), ma anche per il calo nella vendita della carne. «Un nostro associato, che ha un’azienda agricola a Scorzè e rifornisce alcune catene di ipermercati, ci spiegava che aveva di gran lunga aumentato le consegne delle uova. Tuttavia i prezzi sono rimasti invariati» spiegano dall’associazione. Per quanto riguarda altri prodotti come il latte, i prezzi si sono addirittura abbassati. Molti caseifici, per esempio, hanno diminuito di 5 centesimi il costo al litro, che era già basso, a causa della diminuzione dei consumi dovuta alla chiusura di bar, hotel e ristoranti». Se crollano le vendite nel settore vitivinicolo e per gli agricoltori che producono per mense scolastiche e turismo, non soffre chi tra i canali di vendita ha la grande distribuzione. «Ma gli agricoltori hanno mantenuto inalterato il prezzo di vendita e si sono anche messi a disposizione per organizzare iniziative di solidarietà. Gli aumenti non partono dalla nostra categoria e siamo i primi a invitare la grande distribuzione, che sta lavorando tantissimo, a non speculare su questa situazione».

Articolo tratto da  Il Gazzettino (giovedì 2 aprile, autrice Melody Fusaro)

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