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Dai pedaggi autostradali alle bollette: l’elenco dei rincari da gennaio

Si prospetta un 2023 di rincari per gli italiani. Mentre si attende il decreto ministeriale di fine anno che fissa gli aumenti dei pedaggi sulla rete autostradale nazionale a partire dal 1 gennaio 2023, Arera ha già comunicato l’aggiornamento delle condizioni di maggior tutela elettrica per il I Trimestre che, nonostante una riduzione del 19,5%, prevedono, in termini di effetti finali la spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1 aprile 2022 e il 31 marzo 2023) un aumento di circa 1.374 euro, +67% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1 aprile 2021- 31 marzo 2022). Complessivamente, il prossimo anno, tolta la spesa per luce e gas, i consumatori – secondo le stime di Federconsumatori – dovranno affrontare per le altre spese aumenti di +1503,62 euro.

Incrementi tariffe autostradali al vaglio del governo

“Le richieste di rimodulazione del sistema tariffario da parte delle concessionarie autostradali sono in questo momento alla valutazione dei ministeri competenti che stanno analizzando tutte le componenti di un sistema di pedaggi assai complesso, comprese le valutazioni macroeconomiche sull’impatto degli eventuali aumenti concessi”. È quanto ha fatto sapere l’Aiscat, l’associazione delle società concessionarie. L’Aiscat ricorda anche che in “Italia è dal 2018 che i pedaggi autostradali non subiscono alcun incremento, diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente”. Inoltre i Piani economico-finanziari delle diverse concessionarie, sottolinea l’associazione, sono “attualmente a stadi di approvazione differenti e che eventuali incrementi di pedaggio dipenderanno dalle molteplici componenti di gestione e investimento che caratterizzano ciascuna attività concessoria rispetto alle altre: i piani di ammodernamento e potenziamento messi in campo da varie concessionarie, costituiscono un elemento imprescindibile per la sicurezza e la sostenibilità della rete autostradale che deve essere considerato una priorità, anche tenendo conto del generalizzato aumento dei costi delle materie prime”. In ogni caso l’Aiscat puntualizza che gli “incrementi tariffari medi proposti dalle concessionarie sono assai inferiori rispetto a quelli già concessi in altri Paesi europei dotati di sistemi concessori e regolatori simili (ne è un esempio la Francia con un +4,7 e la Spagna +4)”.

Un aumento dei pedaggi era stato già annunciato lo scorso giugno da Autostrade per l’Italia. “Dal 2018 noi non abbiamo mai incrementato le tariffe – aveva spiegato l’Amministratore Delegato Aspi Roberto Tomasi –. Attualmente abbiamo una previsione di incremento delle tariffe di 1,58%, che rispetto ai numeri che stiamo vedendo sono assolutamente risibili. Siamo, credo, un sistema delle concessioni che sta reggendo questo incremento dei prezzi, dobbiamo gestirlo con grande oculatezza, come è stato fatto. Ne usciamo a testa altissima – ha chiosato Tomasi – rispetto agli incrementi che hanno avuto in questo periodo tutte le altre commodities. È un incremento risibile, legato all’approvazione del piano economico finanziario”.

Bollette in aumento rispetto al primo trimestre 2022

La forte crescita dei prezzi all’ingrosso nell’ultimo anno e il loro mantenersi comunque su livelli altissimi si riflette sulla spesa per la bolletta elettrica. In termini di effetti finali la spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1 aprile 2022 e il 31 marzo 2023) sarà di circa 1.374 euro, +67% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1 aprile 2021- 31 marzo 2022). Nel dettaglio delle singole componenti in bolletta, per l’energia elettrica la variazione del -19,5% del prezzo finale della famiglia tipo (che risulta così di 53,11 centesimi di euro al kWh, comprensivo delle imposte) è sostanzialmente legata alla diminuzione della voce energia PE, -23,4%, ad adeguamenti della voce dispacciamento (PD) +0,4% e della voce perequazione (PPE) +3,2%. Leggera variazione anche per l’annuale aggiornamento delle tariffe di rete regolate (Trasporto, distribuzione e misura), +0,3%. Rimasti invariati, ancora a zero, gli oneri generali di sistema per la famiglia tipo.

Fonte: QuiFinanza.it

2 risposte

  1. Io chiedo cosa aspetta il governo ad intervenire? Aiuti solo per chi ha una isee molto bassa ma fino a 30000 mila lordi dovrebbe intervenire, la situazione sta precipitando, si sta vivendo nel terrore perché non si vede una fine.

    1. Salve signora, infatti la nostra maggiore preoccupazione è per quel ceto medio che solitamente non beneficia di alcun bonus perché ha il reddito “troppo alto”…

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