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Diecimila rapine in più in tre anni. Nelle città torna l’allarme sicurezza

Il bandito col passamontagna ha puntato la pistola giocattolo alla testa dell’impiegata, l’ha obbligata a riempire lo zainetto con 18mila euro in contanti, poi l’ha trascinata sul retro per farsi aprire la porta posteriore e tentare la fuga. Il bilancio? Un carabiniere e un malvivente feriti, vetrine in frantumi e due donne prese in ostaggio. Così si è conclusa la rapina di sabato scorso all’ufficio postale di via Molino a Cogliate, in provincia di Monza.
Ennesimo caso che andrà a ingrossare le statistiche e a rinforzare una tendenza in atto: l’impennata delle rapine nel nostro Paese, passate dalle 35mila del 2010 alle 44mila del 2013. Insomma, più di 120 al giorno. E non è l’unico reato “rivitalizzato” dalla crisi economica degli ultimi anni: nel 2013 aumentano anche scippi, borseggi e furti in appartamento.

Sia ben chiaro: questo non significa gridare all’allarme generalizzato “criminalità”, “anzi va ricordato che la crisi non ha avuto alcun effetto sugli omicidi il cui declino è continuato ininterrottamente dal 1992 fino al 2013 – avverte il sociologo e professore emerito all’università di Bologna, Marzio Barbagli, che svela i primi risultati inediti di una ricerca che sta curando – la crisi non ha inciso neppure sui furti di auto e sui furti di oggetti nelle auto in sosta, che hanno toccato nel 2013 il minimo storico”. Le auto rubate erano infatti 187mila nel 2004 e si sono fermate a quota 122mila l’anno scorso. “Si pensi soprattutto – aggiunge Barbagli – che i furti su auto in sosta, per esempio di autoradio, sono stati 191mila nel 2013, meno della metà dei 475mila del 1991”.

Negli ultimi tre anni vi è stato invece un aumento degli scippi, passati da 14mila nel 2010 a 21mila nel 2013: il 50% in più. “Ma la frequenza di questo tipo di reato – precisa Barbagli – resta assai bassa e molto minore di quella di un tempo (erano 74mila nel ’91)”. Anche altri reati risentono della crisi economica: le rapine, innanzitutto, passate da 35mila nel 2010 a 44mila nel 2013. Più nel dettaglio, alcune tipologie di rapine diminuiscono (quelle contro le banche) o restano stabili (uffici postali), ma crescono quelle

più frequenti che avvengono nella pubblica strada, passate da 16.837 nel 2010 a 23.034 nel 2013. Aumentano anche quelle in abitazione (da 2.106 nel 2010 a 3.611 nel 2013), “il cui numero è comunque contenuto, ma restano fonte di grande allarme sociale”. Crescono rapidamente anche alcuni tipi di furto: i borseggi, che da 113mila nel 2009 sono saliti a 165mila nel 2013, e i furti in appartamento, che negli stessi anni passano da 149mila a 246mila. In pratica,un aumento del 65%.
Come si spiega questa crescita di furti e rapine negli ultimi anni? “Per chi è disponibile a commettere questi reati – risponde il sociologo – le opportunità restano minori rispetto agli anni Settanta e Ottanta. Appropriarsi dei beni degli altri, con l’inganno o con la forza, resta più difficile e meno remunerativo. Ma va anche detto che i redditi di alcuni strati della popolazione sono diminuiti e i bisogni aumentati. Ed ecco la ripresa di borseggi, furti in appartamenti, rapine nella pubblica via e in abitazione. Per alcuni beni, come le auto e gli oggetti al loro interno, le opportunità sono invece diminuite a tal punto che i nuovi bisogni non bastano a far crescere i furti”.

“Infatti – prosegue Barbagli – se già negli anni Novanta i furti di oggetti dalle auto sono calati, è perché le serrature sono diventate più difficili da aprire, perché il sistema del frontalino e quello dei codici informatizzati hanno reso le autoradio più protette di un tempo. Analogamente, se il numero delle auto rubate ha subito una rilevante flessione, è perché si è ridotta la remuneratività. Per la verità, questo non si è verificato per le macchine di grossa cilindrata, molto costose, visto che il loro riciclaggio nei Paesi meno sviluppati è rimasto un’attività fiorente. È avvenuto però per quelle di piccola e media cilindrata, perché è più difficile e meno conveniente di prima collocarle presso uno sfasciacarrozze, che ne ricavi pezzi di ricambio”.

Quanto agli altri Paesi, “i dati dei quali disponiamo per i Paesi dell’Unione europea – fa sapere Barbagli – per il periodo 2007-2010 mostrano una ripresa dei furti in appartamento, mentre continuano a diminuire le rapine”.
Non è tutto. Alla crescita dei reati contribuiscono in ordine sparso anche gli immigrati presenti in Italia. I dati dicono che la quota degli stranieri sul totale delle persone denunciate resta bassissima per le rapine contro le banche (6%), che sono poi quelle che rendono maggiormente: 21mila euro in media. Negli ultimi due anni è invece cresciuta, per la prima volta, la loro presenza nei colpi contro gli uffici postali, anche questi molto remunerativi (14mila euro di media). La quota degli stranieri denunciati è da anni molto alta per i furti in abitazione (54% nel 2013) e i borseggi (63%). “Per certi reati è leggermente diminuita nel 2009 o nel 2010, ma è cresciuta nuovamente negli ultimi tre anni – avverte Barbagli – e per le rapine in pubblica via nel 2013 ha raggiunto il 50%: una quota mai toccata prima”.

 Fonte: repubblica.it

 

3 risposte

  1. Alla crescita dei reati contribuiscono in ordine sparso anche gli immigrati presenti in Italia. I dati dicono che la quota degli stranieri sul totale delle persone denunciate resta bassissima per le rapine contro le banche (6%), che sono poi quelle che rendono maggiormente: 21mila euro in media. Negli ultimi due anni è invece cresciuta, per la prima volta, la loro presenza nei colpi contro gli uffici postali, anche questi molto remunerativi (14mila euro di media). La quota degli stranieri denunciati è da anni molto alta per i furti in abitazione (54% nel 2013) e i borseggi (63%). le risorse non si smentiscono mai rubano tanto sanno che se anche li prendono non gli fanno una beata mazza bisognerebbe come li becchi in casa fargli fare la fine dell’albanese di serle

  2. Alla luce di tutti questi dati la cosa che più appare evidente è che hanno ragione coloro che, a proposito dei nostri politici, lanciano il grido: “TUTTI A CASA”!
    Non condivido tuttavia nel titolo quel “torna l’allarme” perché a mio avviso l’allarme c’è sempre stato: personalmente avrei scritto “CRESCE L’ALLARME”! Quale speranza c’era, infatti, che quest’allarme diminuisse con le balorde leggi penali che abbiamo e con tutti i predicatori del buonismo e dell’accoglienza che giornalmente pontificano per invocare lo svuotamento delle carceri e l’arrivo di nuovi immigrati, pur sapendo che amnistia e condono reimmetteranno sul mercato nuova delinquenza, mentre anche i nuovi sbarchi (a parte i costi che gravano sul groppone del somaro popolo italiano) contribuiranno a incrementare il malaffare?

  3. La politica del PD, purtroppo è questa immigrazione illimitata, sanita gratis, per gli stessi, ecc.
    essendo ormai tutto il potere in mano a questo partito dalla presidenza della repubblica, al capo del governo, alla maggioranza delle regioni, ora cambiando la legge elettorale con un inciucio, con SILVIO, eliminando qualunque opposizione vera, sarà protagonista assoluto della scena politica presente e futura.

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