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I “rimborsi-Covid” per i pendolari Actv scatenano (anche) dubbi e proteste. Garofolini: “prevedibile, restano questioni aperte ma il più è fatto”. Adico invierà un dossier all’azienda indicando i punti da chiarire

VENEZIA. Tutto come previsto. La notizia dell’avvio dei ristori per gli utenti Actv bloccati nel periodo del lockdown ha provocato non solo sospiri di sollievo e di soddisfazione ma in alcuni casi anche mugugni e proteste per alcune questioni che paiono irrisolte e non secondarie. Adico da ieri sta ricevendo diverse segnalazioni e domande circa le modalità del rimborso e le opportunità concesse agli utenti. La nostra associazione ha deciso di raccogliere le “criticità” per poi portarle all’attenzione di Actv, in cerca di risposte e di risoluzioni. Nel frattempo, come spiega Carlo Garofolini, presidente di Adico, “chiediamo alle famiglie di informarsi preventivamente tramite gli uffici dell’azienda su eventuali casistiche o situazioni poco chiare, dato che abbiamo visto solo ieri l’informativa e la stiamo studiando. Le segnalazioni di eventuali problemi, invece, possono essere inviate a noi tramite l’indirizzo ufficiostampa@associazionedifesaconsumatori.it. Raccoglieremo i quesiti pertinenti e di interesse generale per poi riproporli ai vertici della società di trasporto pubblico”.

Le questioni che stanno emergendo con più forza sono sostanzialmente due. La prima pare la più impellente e sembra coinvolgere molte famiglie che, per timore soprattutto di un nuovo lockdown scolastico, non hanno intenzione di sottoscrivere l’abbonamento annuale studentesco per il proprio figlio studenti. Siccome però l’azienda ha previsto che il voucher sia direttamente correlato all’acquisto del titolo di viaggio annuale, come ci si dovrà comportare in questo caso?

Altro problema, forse più interpretativo che altro, coinvolge chi ha comprato un abbonamento annuale ma non è né studente né lavoratore quindi è, presumibilmente, un pensionato. Secondo l’informativa di Actv, il ristoro è riservato a chi aveva acquistato il titolo di viaggio per motivi di studio e di lavoro. In teoria, è il ragionamento (secondo noi erroneo) di qualcuno, il pensionato poteva comunque utilizzare i mezzi che, seppur ridotti di numero, erano comunque rimasti in funzione. “Ricordiamoci però che c’è stato un periodo in cui ogni spostamento doveva essere motivato – commenta Garofolini -, ricordiamoci altresì che la classe più a rischio covid è quella degli anziani. Durante il lockdown, dunque, praticamente nessuno si è mosso, quindi il ristoro di marzo e aprile deve essere valido anche per chi ha un abbonamento annuale ma non è né lavoratore né studente. D’altra parte – continua il rappresentante dei consumatori – l’azienda ha modo di verificare in un attimo se il soggetto abbia mai utilizzato il titolo di viaggio durante il lockdown. Se l’ha fatto, non avrà diritto al ristoro. Altrimenti, sì. Questa dovrebbe essere la prassi ma l’informativa a riguardo è poco chiara”.

Altro punto non limpidissimo riguarda gli studenti che hanno frequentato l’ultimo anno di scuola e ora non necessitano più dell’abbonamento. Anche per loro è di sicuro previsto il rimborso ma sulle modalità per richiederlo non sembrano esserci informazioni precise. “Consigliamo alle famiglie interessate di chiedere subito lumi negli uffici dell’azienda o nelle biglietterie”, conclude Garofolini.

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