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Il fornitore cambia a sua insaputa, impiegata mestrina rischia la chiusura del contatore per una bolletta mai ricevuta

MESTRE. Per pulire gli abiti è costretta a recarsi nelle lavanderie a gettoni. Non può accendere più di una luce nello stesso momento, né usare alcun elettrodomestico, né tantomeno scaldare le stanze con la stufetta. Insomma, da qualche settimana O.M., impiegata e mamma mestrina di origini ucraine, vive quotidiani disagi fra le mura domestiche e tutto per colpa di un contratto di luce e gas che non ha mai siglato.

La vicenda ricalca, purtroppo, quella di molti altri soci Adico che, soprattutto in questo complicato 2022, si ritrovano da un giorno all’altro con un altro fornitore, senza averne mai fatto richiesta. In questo caso, però, al danno si aggiunge la beffa perché la donna ha scoperto di essere rifornita da una nuova azienda solo dopo il depotenziamento dell’erogazione dell’energia elettrica che le sta creando innumerevoli problemi, come già specificato, e che rischia di provocarne molti altri, se il contatore verrà chiuso del tutto.

La storia, infatti, inizia proprio alcune settimane fa con il depotenziamento dell’erogazione. A seguito di tale circostanza, la donna ha chiamato il proprio fornitore, Enel Energia, scoprendo suo malgrado di non essere più cliente di quell’azienda.  Dopo innumerevoli ricerche, O.M. ha scoperto di essere servita da S.E.I., Servizio Energetico Italiano. Secondo quanto riferito dalla diretta interessata, però, il cambio sarebbe avvenuto senza la firma di alcun contatto e senza alcuna telefonata da parte di call center, che in molti casi strappano contratti estorcendo un semplice “sì”.

“La storia dei contratti non richiesti sono praticamente quotidiane – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – tanto che in alcuni casi è intervenuta anche l’Antitrust per censurare la condotta di alcuni fornitori, che sono stati pure multati. Eppure il modus operandi continua e, come dimostra la vicenda dell’impiegata, può creare anche gravi disagi se non danni alla vittima e, in questo caso, anche alla figlia. La situazione è al limite del surreale. L’energia è stata depotenziata a fronte, con ogni evidenza, di una fattura non pagata. Ma di quale fattura parliamo? Qual è l’importo? Allo stato attuale non si sa nulla a riguardo. Ma quello che a noi interessa è contestare il contratto non richiesto, una pratica tanto truffaldina quanto diffusa. Servono regole ferree per mettere un freno a queste scorrettezze”.  

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