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Le misure anti-smog varate dalla Regione ledono i diritti degli automobilisti. Adico: “pronti alla class action”

A chi toccherà pagare (ancora una volta) per l’inquinamento e lo smog che avvolgono la nostra regione soprattutto nei mesi invernali? Niente paura, la Regione Veneto ha già deciso. Saranno in particolare gli automobilisti che posseggono una macchina con motore diesel a fare da capro espiatorio, il tutto per una situazione creata da un micidiale mix di fattori che non si possono certo addebitare solo al gasolio e alle vetture datate. Palazzo Balbi, però, ha già dato indicazioni ai sindaci – che hanno l’ultima parola – all’interno del “pacchetto di misure straordinarie per la qualità dell’aria in esecuzione della sentenza del 10 novembre 2020 della Corte di giustizia europea”.

Nei Comuni con più di 30 mila abitanti, a partire dall’ 1 ottobre e fino al 30 aprile 2022, le auto a benzina euro 0 e 1 e tutte le macchine diesel fino all’euro 4 non potranno circolare nella fascia oraria che va dalle 8.30 alle 18.30. In caso di allerta arancione al divieto si aggiungono le auto a benzina euro 2 e quelle a gasolio euro 5, che sono state prodotte fino al 2015.

In attesa di capire quanto queste indicazioni troveranno seguito nelle ordinanze dei sindaci, Adico ha già messo in moto il proprio ufficio legale per agire su due fronti: il primo, un ricorso contro le ordinanze stesse (o la loro impugnazione). Il secondo fronte, invece, riguarda la possibilità di avviare una class action, che in questo caso potrebbe essere sostenuta da valide motivazioni.

“Ancora una volta restiamo di stucco di fronte a questi provvedimenti – tuona Carlo Garofolini, presidente di Adico – Noi siamo da sempre in prima fila nelle battaglie ambientali, dato che rientrano nel nostro statuto. Quindi la lotta all’inquinamento è per noi una priorità. Ma, lo diciamo da sempre: non è questo il modo. Non si combatte lo smog punendo sempre i soliti cittadini che in un’ottica di risparmio sempre più risicato, visto che il prezzo del gasolio continua a crescere, hanno deciso di acquistare una macchina diesel. Se poi si coinvolgono le euro 5, si aggiunge al danno la beffa dato che stiamo parlando di vetture prodotte fino a pochi anni fa quindi molto recenti. Cosa faranno i tantissimi automobilisti che si spostano con una di queste vetture? Dovranno comprarsi un’altra macchina, magari di quelle ibride che possono costare anche 20 mila euro? Ed è giusto che paghino bollo, assicurazione, eventuale revisione, se poi devono tenere l’auto parcheggiata in garage per sette mesi? Noi non ci stiamo e ci faremo sentire”.

Secondo Adico la Regione così prende in giro i cittadini. “Siamo in un territorio iper-cementificato – prosegue Garofolini – zeppo di materiali inquinanti nascosti sottoterra. Un’area dove si è pensato solo a costruire strade e arterie enormi.  Ma ora la colpa dell’inquinamento viene addossata solo a una categoria fra l’altro decisamente numerosa. Molte di queste famiglie che dovranno lasciare l’auto in garage sono state vittime di una crisi economica senza precedenti. E ora ecco pronta un’altra mazzata”.

In tale contesto, Adico suggerisce di cambiare subito strategia per dare veramente un segnale positivo ai veneti. “Basta con le politiche antinquinamento basate su divieti e restrizioni – conclude il presidente dell’associazione -. E’ ora di passare alle politiche degli incentivi, unico modo per rinnovare finalmente il parco auto sia dei mezzi privati che di quelli pubblici.

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