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Rincari mutui casa, la stangata di autunno. L’analisi dell’Adico sul Mattino di Padova

L’onda lunga degli aumenti dei tassi (fissi e variabili) dei mutui casa non accenna a placarsi. L’associazione dei consumatori Adico, previsioni alla mano, lancia l’allarme: il tasso fisso da gennaio a settembre è aumentato tra 118 e 169 euro; quello variabile tra 106 euro e 171 euro. Un problema diffuso: sono oltre 90mila i padovani (tra città e provincia) che hanno un prestito con la banca. E non si è ancora vista la punta dell’iceberg, attesa in autunno per i tassi variabili. Sono infatti in arrivo altri rincari fino al 7, 4%, a causa degli ultimi rialzi decretati dalla Bce.

Dunque per chi ha acceso un prestito a tasso variabile per acquistare casa, si preannunciano tempi duri; mentre per chi ha in ballo un tasso fisso, i consumatori consigliano di chiudere il contratto il prima possibile. E intanto, in banca, è schizzata la richiesta del cosiddetto “tetto”, ovvero un limite oltre il quale il tasso variabile non può salire. Questo tetto deve essere stabilito, naturalmente, al momento del prestito, ma non tutte le banche lo contemplano nella loro proposta finanziaria.

 «La tempesta dei rincari, per i consumatori, sembra non avere fine -, attacca Carlo Garofolini, presidente Adico – avevamo annunciato che avremmo avuto un autunno caldo, ma sarà rovente. Tra rincari energetici, la paura della bolletta del gas per scaldare casa e la spesa al supermercato che si è impennata, c’è il vero e proprio rischio di crisi sociale. Solo a causa dei mutui parliamo di 3 mila euro in più all’anno. Siamo alla macelleria sociale: un giovane non può uscire dall’ombrello protettivo dei genitori, gli anziani sono costretti ad aiutare i figli adulti e non si fanno bambini». Per chi è in difficoltà, una strada è sospendere il mutuo per un anno. Ma non è la soluzione: “alla fine ti trovi gli interessi da pagare – continua Garofolini – piuttosto consigliamo la negoziazione, non risolve i problemi, ma può essere più sostenibile. E poi c’è la formula dell’affitto con riscatto, che suggeriamo soprattutto ai giovani: iniziano pagando un affitto e nel frattempo abbattono il costo dell’immobile e simulano la prova di convivenza».

Cosa può fare un consumatore di fronte alla crescita continua della sua rata a tasso variabile? “Le possibilità maggiori sono due – spiega il presidente di Adico – Una, come dicevo, è la negoziazione; l’altra è la surroga, ovvero quando faccio un mutuo da un’altra banca – magari perché presenta una proposta più vantaggiosa – per estinguerne uno precedente. Entrambe devono essere gratuite, se così non fosse invito a segnalarci la cosa”.

Per quanto riguarda i muovi mutui, invece, a decidere cosa fare è sempre la durata del prestito: “se ho in previsione di farmi un mutuo medio-lungo conviene in fisso perché non ci saranno grandi oscillazioni – inflazione a parte – e c’è speranza in una perdita del potere di acquisto: 500 euro potrebbero non essere gli stessi fra venti anni. Se invece voglio sbrigarmi in poco tempo, conviene il variabile perché in un decennio non si perde la differenza di gap con quello fisso. In altre parole, se accendo un mutuo di venti anni, faccio una scommessa su una previsione, se scelgo il tasso fisso la mia previsione non avrà sorprese. Le banche tendono a consigliare sempre il variabile, ma non sempre questo è un buon consiglio».

Di fronte a continui aumenti – l’ultimo riguarda proprio le rate per i tassi variabili e ammonta a 20-30 euro -, in molti si domandano se non sia meglio passare al tasso fisso in corso d’opera.

“Passare da un fisso a un variabile o viceversa non è così semplice – sottolinea il numero uno dell’Adico – Vanno fatti dei ragionamenti e non è automatico».

Il rischio maggiore è un 2008 bis. La prospettiva più spaventosa per chi difende i diritti dei consumatori: «In quell’occasione abbiamo assistito a famiglie che non riuscivano a pagare i mutui e hanno perso la casa –  ricorda Garofolini – che è tornata alle banche proprietarie finché non è estinto il prestito – con il risultato che gli istituti di credito si sono trovati degli immobili con un valore inferiore a quello del mutuo erogato. Rischia di accadere anche adesso e la regola deve essere molto ferrea: se la banca ti propone un mutuo “gonfiato”, magari con la lusinga che potrai fare dei lavori, comprare l’arredamento, bisogna saper tenere i piedi per terra perché il pericolo è di perdere la casa”.

Fonte: Il Mattino di Padova (autrice Elvira Scigliano)

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