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SI ROMPE IL DENTE IN RISTORANTE CON UN GUSCIO DI PISTACCHIO. TRAMITE ADICO CHIEDE UN RISARCIMENTO AL LOCALE

L’episodio risale alla serata di martedì 22 aprile e si è verificato in una osteria di Mestre (Venezia) rinomata per i suoi piatti ricercati e di qualità. L’uomo era a cena con un amico, e aveva deciso di assaggiare una delle specialità della casa – un piatto amato da molti mestrini che frequentano il locale – e cioè gli spaghetti di farro con pistacchio di Bronte e pepe di Penja. Durante la cena, forchettata dopo forchettata, il cliente si è imbattuto in parti di gusci di pistacchi che, nella fase di masticazione, hanno avuto la meglio sul suo molare inferiore. Un episodio al quale ha assistito anche uno dei gestori che, come riconosce lo stesso Zerbetto, «ha tenuto un apprezzato comportamento di responsabilità, dichiarando la disponibilità a farsi carico dei danni subìti». Nei giorni successivi al piccolo incidente Zerbetto ha scritto all’osteria per chiedere il risarcimento – spiegando di aver speso 600 euro per mettere a posto il dente e allegando copia della parcella del dentista. Non avendo ottenuto risposta s’è affidato all’Adico, associazione difesa consumatori, che, dopo aver inviato alcune diffide, ha deciso tramite il proprio ufficio legale di portare l’osteria in Tribunale per promuovere la causa. «Una vicenda che si sarebbe potuta risolvere in pochi giorni e che invece si sta trascinando da tempo. Un errore può capitare a tutti ma pensavamo che l’obiettivo dei gestori di un locale come questo fosse quello di riconquistare la fiducia dei clienti», dice il presidente dell’Associazione, Carlo Garofolini.
La richiesta danni formulata nella causa è di alcune migliaia di euro. Da parte sua il gestore del locale spiega: «Non abbiamo mai pensato di non riconoscere al signor Zerbetto quanto suo diritto. Purtroppo questioni contingenti e mancanza di risposta del nostro fornitore ci hanno impedito di dargli una risposta tempestiva. Trattandosi di guscio di pistacchio su confezione di pistacchi sgusciati non potevamo prevenire del tutto l’accaduto. Detto questo alla riapertura sarà nostra priorità ricontattare il signor Zerbetto per riconoscergli il dovuto». (da La Nuova Venezia)

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