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Statali: mobilità obbligatoria entro 100 km

Molte novità nella bozza Madia: stipendi più bassi per chi chiede il reintegro.

Brutti tempi per gli impiegati pubblici che ben presto potrebbero vedere peggiorare le loro condizioni di lavoro. Lo prevedono il documento inviato dal ministro della Funzione pubblica Marianna Madia ai sindacati e le varie bozze di riforma circolate fin oggi. Molte le novità che saranno davvero difficili da ingoiare dagli statali. Innanzitutto la mobilità obbligatoria entro i 100 chilometri, l’obbligo di andare in pensione per decisione unilaterale dello Stato, e il demansionamento in caso di esubero.

Mobilità obbligatoria entro i 100 km

Per quanto riguarda la mobilità interna la bozza prevede che gli statali possano essere spostati tra diversi comparti senza il loro assenso, purché ciò avvenga nel rispetto di limiti chilometrici (tra i 50 e i 100 km) e con la garanzia degli stipendi.

Licenziabile chi è a 2 anni dalla pensione

In caso di esuberi e in assenza di criteri e modalità condivise con i sindacati, invece, lo Stato potrà licenziare chi è vicino alla pensione.”La Pubblica amministrazione procede alla risoluzione unilaterale, senza possibilità di sostituzione, del rapporto di lavoro di coloro che entro il biennio successivo maturano il diritto all’accesso alla pensione con conseguente corresponsione del trattamento”.

Stipendi più bassi per i reintegrati

Chi invece è in eccedenza e viene posto in esubero, invece, se chiedrà di essere reintegrato dovrà accettare una decurtazione dello stipendio. Perché dovranno accettare una qualifica o una posizione economica inferiore.

Le altre novità

E non si esauriscono qui le novità negative per gli statali previste nella riforma. Perchè nel prossimo futuro sarà abolito il “trattenimento in servizio” (che permette di restare al lavoro due anni dopo la maturazione dei requisiti pensionistici). E i bonus dei dirigenti saranno legati all’andamento del Pil.

fonte:ilsalvagente.it

2 risposte

  1. E’ ancora poco, tutti gli statali o parastatali compreso gli impiegati comunali DEVORE AVERE LO STESSO TRATTAMENTO DEI LAVORATORI DEL SETTORE PRIVATO INDUSTRIALE E ARTIGIANATO , IN TUTTO COMPRESO LE PENSIONI; I SIGNORI SINDACATI LA SMETTANO DI FARE DIFFERENZE , IN CASO CONTRARIO IL SINDACATO VA ELIMINATO ED ANCHE LORO DOVRANNO GUADAGNARSI LO STIPENDIO LAVORANDO IN UNA AZIENDA PRIVATA , MAGARI FACENDO PRODUZIONE IN UNA LINEA DI MONTAGGIO ALLA FIAT o meglio in ARTSANA ( produzione di passeggini,seggiolini auto ecc. dove i tempi di lavoro sono VERAMENTE DI LAVORO!!!!CHIARO?

  2. Ci sono voluti 40 anni e spero proprio che gli italiani,abbiano capito che non possono più essere tollerati contratti di lavoro di serie “A” e di serie “M…A”.Il pubblico impiego è da sempre un buco nero che aspira e dissolve tutte le risorse create dai lavoratori del privato con enormi sacrifici ed a volte col proprio sangue, senza tutela alcuna . Se è possibile ,diritti e doveri uguali per tutti i lavoratori, altrimenti più per nessuno = Giustizia sociale.

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