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TAX FREEDOM DAY, FINO A OGGI ABBIAMO LAVORATO PER IL FISCO

Tocca oggi ai colletti bianchi festeggiare la liberazione dalle tasse, cioè il momento dell’anno in cui si smette di lavorare per pagare il fisco. Su 44.658 euro di imponibile, calcola la Cgia di Mestre prendendo un esempio di quadro intermedio o tecnico di buon livello, gli italiani hanno dovuto faticare per il fisco italiano per ben 173 giorni. Sarebbe bastata una settimana in più per superare la metà di un anno, che equivale a lavorare più per l’Erario che per sé stessi e la propria famiglia.

Il 13 maggio, invece, era stata la giornata della liberazione per chi percepisce uno stipendio medio da circa 24mila euro, rappresentativo di una buona fetta degli italiani. Per loro ci sono voluti 132 giorni lavorativi per iniziare a mettere in tasca i proventi del proprio lavoro. Coloro che hanno redditi superiori ai 24mila euro, e che non hanno beneficiato del bonus da 80 euro sull’Irpef, ci hanno messo più tempo.

Si tratta di numeri in linea con il 2014, quando la Cgia di Mestre ha calcolato che la media totale dei lavoratori italiani poneva fine al versamento delle tasse sempre il 23 giugno. Nel 2013, sempre la totalità dei lavoratori aveva atteso 158 giorni prima di poter considerare interamente propri i soldi guadagnati, e dopo aver evaso gli obblighi verso il Fisco. Recentemente, la Cna ha invece calcolato che le imprese dovranno lavorare fino al 14 agosto: solo quattro mesi abbondanti per godere il frutto di quanto prodotto nell’intero anno (nel 2014 il giorno della liberazione dalle tasse è arrivato sei giorni più tardi).

La situazione degli operai. Tornando ai dati della Cgia sugli operai, l’Ufficio studi dell’associazione degli artigiani spiegava a metà maggio di aver preso in esame il reddito disponibile di un operaio tipo (con moglie e figlio a carico e uno stipendio mensile netto che con il bonus degli 80 euro sale a 1.631 euro) e di averlo suddiviso per i 365 giorni dell’anno, ottenendo così il guadagno medio quotidiano. Successivamente, si è proceduto considerando l’ammontare delle imposte, delle tasse e dei contributi “gravanti” sul reddito e sui consumi che questo contribuente tipo versa allo Stato (pari a 9.627 euro), suddividendolo per il guadagno giornaliero. Il risultato di questa operazione (pari a 132 giorni) individua nel 13 maggio la data a partire dalla quale questo operaio tipo lavorerà per sè e non più per il Fisco.

Rispetto all’anno scorso, spiegava Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre, “il bonus mensile degli 80 euro è stato reso permanente. Rispetto al 2014, il guadagno netto annuo è di 320 euro. L’anno scorso, infatti, questa misura di alleggerimento fiscale ha esperito i suoi effetti solo a partire dal mese di maggio, quest’anno, invece, dal mese di gennaio. Va altresì segnalato che dal 2015 c’è una lievissima riduzione delle accise sui carburanti, pari a 0,24 centesimi al litro, che diventano 0,29 se si considera anche il risparmio Iva”. Dalla Cgia fanno notare che sul calcolo del giorno di liberazione fiscale 2015 pesa l’incognita della tassazione locale.

“Nella nostra simulazione, infatti, sono state riproposte le medesime aliquote utilizzate per il 2014, non disponendo in questo momento di informazioni oggettive Tuttavia, non si può ignorare che i Comuni, ad esempio, a fronte delle esigenze di bilancio, potrebbero decidere di aumentare la Tasi, l’addizionale Irpef o l’Imu. Ulteriore elemento di preoccupazione sono le clausole di salvaguardia, in particolare quelle previste dalla Legge di Stabilità 2015. Si ricorda, infatti, che se la Commissione europea non approverà le nuove regole in materia di fatturazione verso la pubblica amministrazione (split payment) e verso la grande distribuzione (estensione del reverse charge), per reperire 1,7 miliardi di euro è previsto l’aumento delle accise sui carburanti”.

Fonte: La Repubblica

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