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Mestre è la nuova AntennaLand, i ripetitori sono sempre più numerosi (e potenti). Allarme di Adico.

Mestre. Prima installate, ora potenziate. La terraferma veneziana e alcuni comuni limitrofi, come Marcon, si stanno trasformando in vere e proprie AntennaLand, visto il profluvio di ripetitori della telefonia mobile distribuiti in ogni angolo del territorio. Da Marghera a Mestre, da Zelarino a Chirignago fino alle zone di confine, si fatica ormai a contare il numero di pennoni per lo più dedicati alla nuova tecnologia 5G che accelererà il trasferimento dei dati nell’etere propagando quelle onde elettromagnetiche temutissime da chi abita a ridosso delle antenne stesse.  

A preoccupare ora molti mestrini (e non solo) sono le nuove guarnizioni aggiunte ai ripetitori già presenti, oggetti simili qualche volta e enormi centrifughe o a particolari pannelli d’acciaio. Tutto fa supporre che questi strumenti aumentino le prestazioni delle antenne e, di conseguenza, l’emissione di elettrosmog. Particolarmente insidiosi appaiono i ripetitori di via San Donà, via Monte Cervino, via Monte Mesola, via della Soia, viale Ancona e quello collocato in fianco al cimitero di Mestre. Grandi proteste anche a Marcon e a Marghera, i cui cittadini sono seguiti dall’Adico.

“Purtroppo – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – le normative relative all’installazione delle antenne non lasciano grandi margini di manovra. Noi chiediamo da sempre che vengano fissate regole precise soprattutto per quanto concerne le distanze dalle case. Ma ci deve esser anche chiarezza e trasparenza sul livello di emissioni. Il nostro timore, già espresso in molte occasioni, è che con il tempo emergano le criticità e i pericoli per la salute derivanti dalle onde elettromagnetiche. In questo momento non ci sono ancora evidenze scientifiche che colleghino questo inquinamento a certe forme di tumori e noi non abbiamo i mezzi per contestare o appoggiare queste tesi. Resta il fatto, però, che esperienze passate raccontano come la cancerogenicità di alcune sostanze, come il tabacco o l’amianto, sia emersa con il passare degli anni quando è stato possibile definire in modo preciso i nessi di causa effetto fra le emissioni e le relative neoplasie. Non vorremmo che, per inseguire il sogno di una società tecnologicamente sempre più efficiente, si mettesse a rischio la salute dei cittadini e in particolari delle persone più fragili, come i bambini. Come si dice in questi casi, meglio prevenire che curare. La vera paura – conclude Garofolini – è che per la fretta di dare mano libera agli operatori telefonici non si sia studiato il fenomeno in modo approfondito”.

In tale contesto, proponiamo qui di seguito i ragionamenti suggeriti da un nostro socio in relazione alla bozza del nuovo decreto legge Telecomunicazioni allo studio del governo Meloni:

Un innalzamento degli attuali limiti fissati a 6V/m, rimanendo sempre ben al di sotto del limite europeo di 60V/m, ad esempio 30V/m, garantirebbe il miglioramento della qualità del servizio (in termini di copertura) fin da subito, con effetti positivi sui cittadini in termini di voce e dati, riducendo l’impatto economico sugli operatori“. E ancora: “Aumentare gli attuali limiti rimanendo sotto i valori europei di emissione avrebbe il duplice vantaggio di rassicurare i cittadini più timorosi e venire incontro alle loro giuste preoccupazioni nella considerazione tecnica che più aumentano le potenze dei tralicci e meno emettono i dispositivi mobili che ogni cittadino porta con sé. Infine, un pieno e veloce dispiegamento del 5G“.

Sono alcuni dei passaggi nella bozza del Decreto Legge Telecomunicazioni allo studio del Governo Meloni: 5 miliardi di euro a sostegno delle compagnie telefoniche, accelerazione del 5G ma soprattutto aumento dei limiti soglia d’innalzamento elettromagnetico fino a 30 V/m. È quanto si legge nel testo che intende rivalutare, aumentandoli, i limiti dell’0irradiazione di agenti possibili cancerogeni nell’aria: Su proposta del Ministro delle imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica e con il Ministro della salute, si provvede nelle zone ove si renda necessario ad aumentare i valori di riferimento di cui al precedente comma, in linea con le politiche di sviluppo dei paesi dell’Unione Europea, le indicazioni della Commissione Europea e le linee guida Icnirp sui limiti di esposizione ai campi elettromagnetici”.

Ignorando quale possa essere stata la valutazione scientifica per individuare nei 30 V/m il nuovo limite, non si può non sottolineare come si voglia tentare ancora una volta di ignorare completamente gli aggiornamenti in peer-reviewed disponibili in letteratura biomedica nelle numerose evidenze scientifiche, che invero dimostrano effetti biologici non termici ben al di sotto dei 6 V/m, anche molto gravi e fino a forme tumorali, motivo per altro delle raccomandazioni già contenute nei Report del Bioinitiative Group, del Parlamento Europeo nella Risoluzione del 2009 e dell’Assemblea del Consiglio d’Europa con la Risoluzione n° 1815 del 2011, in cui si invitano i governi nazionali ad un abbassamento dei limiti di legge a 0,6 V/m nell’immediato e a 0,2 V/m sul lungo termine, assodato che gli effetti sugli organismi viventi si possano manifestare già a valori di 0,002 V/m.

12 risposte

  1. Posso assicurare, e sarei disponibile a far da cavia per studi approfonditi, che i campi elettromagnetici possono comportare problemi fisici di vario tipo ed intensità.
    Io purtroppo, causa esposizione involontaria, mi sono elettrosensibilizzato circa 20 anni fa, per cui nel tempo ho accumulato sul mio corpo un’esperienza derivante dall’osservazione diretta quotidiana, con tutta una serie di sintomi “strani” e molto fastidiosi che posso affermare senza alcun dubbio essere legati ai campi elettromagnetici; a seguito dell’allontanamento dalle fonti di emissione tali sintomi erano quasi scomparsi, ma una nuova esposizione diretta a c.e.m. derivanti da wi-fi li ha tutti riacutizzati. A maggior conferma di questa tesi, posso affermare che, senza sapere se il modem sia acceso o spento, dopo meno di mezz’ora di esposizione, a causa dei vari sintomi che compaiono sono in grado di dire quando è stata attivata la funzione; se mi allontano o viene spento, gradatamente essi scompaiono.
    Non sono uno scienziato, però il sospetto che il grande aumento di leucemie e non solo, anche giovanili, che si sta verificando sia dovuto ai c.e.m., temo possa essere reale. Con il 5G i danni non potranno che aumentare

    1. Salve signor Massimo, grazie infinite per la sua testimonianza. Noi ribadiamo di non essere contro la tecnologia “sana” ma inutile negarlo, come dice lei, che non ci sono evidenze scientifiche certe degli effetti dell’elettrosmog sulla salute delle persone. Ci preoccupa soprattutto la salute dei bambini che sono inevitabilmente più indifesi di fronte a queste emissioni.
      Ci auguriamo davvero che qualcuno apra gli occhi andando al di là dell’impatto economico e del “relativo” progresso legati alla nuova tecnologia 5G.
      La invito a leggere anche questo articolo che ritengo molto interessante.

      https://www.associazionedifesaconsumatori.it/onde-elettromagnetiche-stop-al-decreto-che-ne-alza-i-limiti-le-associazioni-con-il-sostegno-di-adico-scrivono-ai-parlamentari/

      Come Adico cercheremo di fare sempre la nostra parte ma più siamo e meglio è.

      Le auguro un ottimo week end lungo
      Gianluca Codognato
      uff. stampa Adico

  2. Grazie, articolo molto interessante, che non fa che confermare quanto vado dicendo da 20 anni di esperienza sulla mia pelle e dalle informazioni indipendenti che si possono trovare in rete.
    Colgo l’occasione per invitare tutti a prestare attenzione alle esposizioni volontarie che con noncuranza molti, quasi tutti, giovani e non, subiscono senza rendersi conto della pericolosità: basta poco per spegnere le fonti “domestiche” quando non servono, se wi-fi e bluetooth in primis non sono utilizzati, come ad esempio di notte, perché lasciarli accesi? Se anche uno non vuole credere alla pericolosità dei c.e.m., il principio di precauzione, che negli animali si chiama istinto di sopravvivenza e che nell’uomo moderno non esiste più, dovrebbe farci agire di conseguenza.
    Ricordo che anche i telefoni cordless, che nessuno cita mai, sono una fonte di emissione 24 ore su 24 a causa del contatto continuo tra base e portatile.
    C’è anche il problema della somma delle esposizioni che i limiti di legge non considerano: se si è in presenza di varie fonti, il considerarle indipendenti non ha alcun senso ai fini degli effetti.
    Un altro atteggiamento che considero sciocco da parte della gente è quando viene affermato che è inutile fare attenzione “tanto siamo immersi nei cem degli altri”: spero di usare i termini esatti, comunque vorrei ricordare a costoro che l’intensità dei campi diminuisce con il quadrato della distanza, non è lineare, per cui se raddoppia la distanza la diminuzione è esponenziale.

    1. Salve signor Massimo, intanto la ringrazio visto che altre persone ci hanno insultato per questo articolo. Vista la sua sensibilità, se non lo ha già visto, la invito a leggere questo articolo che ha spunti davvero molto interessanti e adeguati.
      Ancora grazie e buona serata.

      https://www.associazionedifesaconsumatori.it/onde-elettromagnetiche-stop-al-decreto-che-ne-alza-i-limiti-le-associazioni-con-il-sostegno-di-adico-scrivono-ai-parlamentari/

      Gianluca Codognato – uff. stampa Adico

  3. Abito a Zerman di Mogliano Veneto. Anche qui le radiofrequenze sono altamente invasive e disturbanti. Dopo una vacanza in zona protetta da elettrosmog, tornata a casa sono stata colta da improvvisa e immotivata infiammazione alla gola e nevralgia ai denti per una settimana, tenuta a bada con cerotti quantistici. Anche il dentista non ha escluso la responsabilità dei campi elettromagnetici. Fatalità erano i giorni degli incidenti di Mestre.

    1. Salve signora Franca, grazie per la sua testimonianza anche perché in riferimento a questo e ad altri articoli alcune persone, anche con una certa arroganza, ci accusano, per cos’ dire, di oscurantismo. Ma evidentemente non leggono bene gli articoli perché noi abbiamo preso posizioni specifiche ma poniamo solo domande e manifestiamo dubbi, memori anche di esperienza passate (amianto, tabacco..). Noi non saremo mai contro la tecnologia – anche se a volte ci appare più invasiva del dovuto – ma porsi delle domande, vedendo antenne nascere come funghi, pare legittimo anche perché mi risulta che gli studi sull’elettrosmog siano troppo recenti per dare una risposta certa alla questione dell’impatto sulla salute…mi auguro comunque che il suo dentista non abbia ragione 🙂
      Grazie e buona serata
      Gianluca Codognato
      uff. stampa Adico

  4. Vi ringrazio moltissimo di questo articolo, che provvedo subito a diffondere. Chiedo come contattarvi per eventuali informazioni specifiche, ad esempio se esista ancora una possibilità per le amministrazioni comunali di bloccare certe installazioni, qualora vi operino amministratori coscienziosi. Avevo fatto alcune ricerche, senza grandi risultati, e mi pare di capire che la normativa dal 2020 in poi leghi loro le mani.
    Vi ringrazio per ciò che fate.

    1. Buonasera Daniela, se non sto sbagliando persona noi ci siamo sentiti prima. Restiamo per l’appuntamento di giovedì, come da accordi, sperando che il legale ci fornisca qualche buona notizi.
      A giovedì
      Gianluca

  5. Anch’io sarei interessata alle informazioni che ha chiesto Daniela. E cioè se il sindaco ha il potere di proibire le installazioni di antenne 5G

    1. Buonasera Ornella, con il DL Semplificazioni (2020) si è di fatto tolta la possibilità di intervento dei sindaci: non potranno vietare l’installazione delle antenne 5G se rispettano i piani urbanistici e i limiti di emissione dei campi elettromagnetici. Da questo punto di vista anche le nostre azioni legali si sono scontrate con questa realtà. Dunque, bisogna puntare su piani urbanistici e limiti emissioni, ma gli operatori telefonici la sanno lunga e difficilmente incappano in errori che compromettano la loro installazioni.
      Direi anzi che con gli ultimi decreti si stia cercando di aumentare pure i limiti delle emissioni.
      Buona serata
      Gianluca Codognato
      uff. stampa Adico

  6. Abito a trivignano via Eraclito 29, qui da casa mia a circa 150 mt stanno installando una nuova antenna, un’altra gia’ esistente vicino alle scquole elementari e parco, sempre a circa 150 mt. tra una e l’altra. Giusto per farvelo sapere, buona giornata.

    1. Buonasera signor Claudio, ha fatto benissimo anche se, a quanto pare, a tanti cittadini non interessa sapere quantomeno se queste antenne siano o meno dannose per la salute. Quando il telefonino funziona bene, siamo tutti felici. Naturalmente scherzo, ma il problema è che si continua ad andare in un’unica direzione: allentare al massimi tutti i possibili vincoli per l’installazione dei ripetitori. Fra l’altro, fra Zelarino e Trivignano, antenne certo non mancano. Vi consiglierei anche una raccolta firme ma non servirebbe a molto, purtroppo. Se avete bisogno di qualche attività (tipo accessi agli atti per capire se vi siano tutti i relativi permessi) non esitate a contattarci allo 041-5349637 (dal lunedì al venerdì 9-13 e 15-19).
      Buona serata
      Gianluca Codognato
      uff. stampa Adico

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