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Scarsa manutenzione delle strade: aumentano a Mestre le cadute dei pedoni. Due vittime su tre sono anziane. L’analisi di Adico

MESTRE. Marciapiedi dissestati, sanpietrini rialzati, buche sulle strade, radici affioranti, cordoli insidiosi e chi più ne ha più ne metta. La deficitaria manutenzione di alcune infrastrutture cittadine rappresenta la prima causa alla base delle tante richieste di risarcimento danni pervenute ad Adico nel 2021 e nel 2022 da parte di cittadini mestrini, soprattutto anziani. E’ questo il principale dato che emerge dall’analisi dei casi seguiti dall’associazione dei consumatori nello scorso biennio, quando 66 persone residenti in terraferma, per due terzi ultra65enni, si sono rivolte all’ufficio legale dopo una brutta caduta foriera, spesso, di danni fisici anche permanenti. Ma pure gli incidenti all’interno dei mezzi di trasporto (autobus, vaporetto e tram) sono molto frequenti e rovinosi, come dimostrano le tante pratiche aperte da Adico anche su questo fronte.

Marciapiedi insidiosi.  L’esame dei contenziosi avviati nel 2021 e nel 2022 dallo sportello “risarcimento danni” disegnano un quadro preciso delle insidie alla base di molti incidenti e dell’identikit delle vittime. Un danno fisico su due (49,2%), è causato da una cattiva manutenzione delle strade. Particolarmente frequenti il capitombolo provocato dalle radici degli alberi che, in alcune zone di Mestre (vedi, per esempio, via Bissuola) affiorano dal marciapiede, creando pericolosi increspamenti. Anche alcune strade presentano crepe e buche capaci di minacciare i pedoni. Poi ci sono i cordoli “nascosti” che al buio si trasformano in vere e proprie trappole e i micidiali sanpietrini fuori posto, incubo pure dei ciclisti.

Cadute in bus. In più di un caso su cinque (21,5% delle pratiche), la vittima si è rivolta al servizio “risarcimento danni” di Adico dopo essere caduta in tram, in autobus o anche in vaporetto. Quando si rivolgono all’associazione, i diretti interessati denunciano per lo più manovre errate o spericolate da parte dell’autista. La frenata è la prima causa dell’incidente.

Gli scivoloni al supermercato. Nel 2021 e nel 2022, oltre a tre richieste di intervento per il “classico” sinistro stradale, Adico registra anche sei domande di risarcimento (9% dei contenziosi aperti nel biennio in questione) per infortuni all’interno dei supermercati. Particolarmente frequente la scivolata sulla pavimentazione bagnata, magari a causa di un prodotto che ha perso il proprio liquido interno. In un caso, invece, la vittima è rimasta chiusa fra le porte automatiche del punto vendita. Infine, per le restanti 11 richieste di risarcimento (il 16% del totale), la casistica è mista: c’è la caduta in uscita dall’ascensore e poi l’incidente a scuola, all’asilo, al centro estivo, nel cortile di casa.

Vittime anziane. Su 66 casi mestrini, più di due terzi (il 45%) riguardano persone con più di 65 anni d’età. Un dato che non stupisce visto che le persone più anziane sono meno abili nell’evitare le insidie che si presentano quando passeggiano in città. Riflessi più lenti, vista più debole, fisico più fragile e meno reattivo spiegano facilmente questo dato inconfutabile.

L’iter. Le richieste di risarcimento danni seguono spesso iter lunghi e complessi, soprattutto perché le assicurazioni (e i Comuni, quando sono chiamati in causa) tendono a negare le proprie responsabilità e a respingere di primo acchito la pretesa della vittima. Fra i 66 casi seguiti nel 2021 e nel 2022, il 27% è stato chiuso positivamente, con il risarcimento del socio. 5 pratiche hanno avuto seguito negativo a causa di una inadeguata documentazione fotografica e dall’assenza di testimoni “credibili”. Gli altri contenziosi sono ancora aperti anche se più della metà sta giungendo a una conclusione soddisfacente che potrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi.

Foto e testimoni. “Le richieste di risarcimento danni sono aumentate negli ultimi anni – conferma Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – anche se il vero e proprio boom a Mestre si è manifestato quando sono arrivate le rotaie del tram che hanno provocato decine e decine di incidenti, alcuni anche molto gravi. Peccato che le amministrazioni che si sono succedute non abbiano mai riconosciuto un risarcimento che sia uno, così c’è chi è stato costretto a fare causa con esiti incerti. Servirebbe davvero maggiore collaborazione da parte delle amministrazioni pubbliche di qualsiasi colore politico, perché troppe volte cercano di negare anche l’evidenza per non attivare l’assicurazione. Con i privati, invece, è più facile mediare e trovare un accordo. Per quanto riguarda le vittime, è molto importante che si dotino di documentazione fotografica e che cerchino testimoni che possano suffragare la propria vicenda. Senza questi elementi non vale neppure la pena aprire la pratica”.  

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